Aurelio Colasanti

dirigente della sezione omicidi

La sua prima esperienza, prima di passare alla leggendaria squadra mobile di Roma dove si sarebbe fatto conoscere per le sue qualità che lo avrebbero portato ad una meritata promozione a Commissario, la svolse al primo reparto celere di stanza nella sua città natale, ove, a distanza di pochi anni, l’esperta guida del commissario capo Marsilio Marsili, scomparso in circostanze mai chiarite la sera del 29 novembre del 1952, non avrebbe fatto rimpiangere la mano del più giovane collega. Aurelio Colasanti avrebbe sempre considerato quella esperienza come una condicio sine qua non per i successi che gli arrisero alla squadra mobile: “altamente formativa per il carattere ed il naturale modus operandi di un bravo funzionario” soleva ripetere ai giornalisti o ai colleghi che gli ricordavano quella esperienza.

 Il più grande successo professionale da vicecommissario lo raggiunse però una volta trasferito alla sezione omicidi della squadra mobile, diretta dal bravo ed integerrimo Giovanni Romano che aveva voluto proprio lui a dirigere una sezione così delicata come quella che lui stesso aveva guidato sino alla sua promozione. La risoluzione del caso Zappalà valse al giovane vicecommissario Colasanti un encomio che avrebbe aperto una corsia preferenziale per la meritatissima promozione al grado di Commissario.

  In realtà un altro encomio lo ricevette nell’estate del 1948 per i fatti accaduti il 14 luglio di quell’anno a seguito dell’attentato al segretario nazionale del partito comunista Palmiro Togliatti; comandato di servizio di ordine pubblico per i violenti disordini di piazza che si scatenarono poche ore dopo, ricevette, durante una violenta carica che aveva comandato al reparto celere per impedire ai manifestanti di invadere via del Tritone, un colpo di spranga al volto che gli fece perdere i sensi e gli fece guadagnare, oltre all’encomio, una vistosa cicatrice sul volto che andava dalla fronte sino allo zigomo destro. Malgrado lui pensasse il contrario, il suo fascino verso il gentil sesso aumentò notevolmente in seguito a quello sfortunato incidente.

L’assassinio di Chiara Lombardi gli avrebbe fatto guadagnare gli onori della cronaca, ma la risoluzione del caso Egidi prima e dell’ospedale Santo Spirito dopo  lo avrebbero spinto nell’empireo delle prime posizioni della graduatoria dei commissari, facendogli sentire sempre più vicina la promozione al grado superiore, dando così  più di un grattacapo al suo dirigente Romano e alla sua presunta inamovibilità dalla posizione di comandante della squadra mobile capitolina.

Quantum dolor potest veritas creare et quantum auferre?